Patologie comuni dovute al sovraccarico nella nuotata a rana

Patologie comuni dovute al sovraccarico nella nuotata a rana

Patologie comuni dovute al sovraccarico nella nuotata a rana

La nuotata a rana, con i suoi movimenti unici e ripetitivi, può generare specifiche problematiche fisiche, soprattutto nei nuotatori agonisti. La combinazione di movimenti simmetrici e di fasi esplosive di spinta, soprattutto delle gambe, crea stress su alcune aree chiave del corpo. I nuotatori di livello agonistico sono particolarmente vulnerabili a questi sovraccarichi a causa dell’elevato volume di allenamento, delle sessioni intensive e della ripetizione continua del gesto tecnico.

 

Sovraccarico del tratto lombare e cervicale

Durante la nuotata a rana, la respirazione e la posizione del corpo sono elementi critici. Per prendere aria, il nuotatore è costretto a sollevare la testa e il tronco, creando un angolo di verticalizzazione rispetto all’acqua. Questo movimento provoca una curvatura accentuata della colonna vertebrale, con un impatto maggiore sul tratto cervicale e lombare.

  • Colonna lombare: il tratto lombare deve sostenere il movimento di sollevamento della parte superiore del corpo in modo ripetitivo. Con il tempo, questa ripetizione può portare a tensioni muscolari croniche e a dolori nella zona lombare, derivanti da uno stress eccessivo sui dischi intervertebrali e sui muscoli di supporto. Nei nuotatori agonisti, questa problematica può degenerare in condizioni come lombalgia cronica o la sindrome delle faccette articolari lombari, una patologia legata al sovraccarico delle articolazioni posteriori della colonna vertebrale.
  • Colonna cervicale: la necessità di estendere continuamente il collo per emergere dall’acqua e respirare mette sotto stress i muscoli e le vertebre cervicali. Nei nuotatori agonisti, questo sovraccarico ripetuto può causare cervicalgia cronica e tensioni muscolari nella parte alta della schiena e del collo. La postura scorretta durante la fase respiratoria aumenta ulteriormente il rischio di tensioni croniche, cefalee muscolo-tensive e problemi di rigidità cervicale.

 

Pubalgia e patologie dell’anca

La pubalgia è una patologia comune tra i ranisti, causata principalmente dal sovraccarico della zona pubica e dei muscoli adduttori dell’anca. Il movimento circolare e di spinta delle gambe richiesto nella rana comporta una notevole attivazione dei muscoli adduttori, che sono responsabili dell’avvicinamento delle gambe al centro del corpo.

  • Sovraccarico degli adduttori: nei nuotatori agonisti, il continuo uso degli adduttori per spingere e rientrare con le gambe in posizione genera un sovraccarico, che può portare a infiammazione e dolore nella zona inguinale. Questa condizione, nota come pubalgia o “sindrome degli adduttori”, può limitare significativamente la capacità di nuotare e persino camminare, poiché gli adduttori diventano tesi e doloranti a causa dello stress ripetuto.
  • Sindrome da conflitto dell’anca: la posizione forzata di apertura e chiusura delle anche nella nuotata a rana può portare a un’eccessiva compressione dell’articolazione coxo-femorale. Nei nuotatori agonisti, questa pressione può causare la sindrome da impingement femoro-acetabolare (conflitto dell’anca), che si manifesta con dolore e limitazione nella mobilità dell’anca e può richiedere interventi terapeutici specifici per il recupero.

 

 

Dolori e patologie alle ginocchia

L’articolazione del ginocchio è particolarmente vulnerabile nella nuotata a rana, poiché durante la fase di spinta viene sottoposta a torsioni e pressioni elevate. Il movimento richiesto per eseguire correttamente la rana, infatti, implica una rotazione della tibia rispetto al femore, che se non ben gestita o allenata può provocare danni all’articolazione.

  • Sindrome femoro-rotulea: questa patologia, molto comune nei ranisti, è causata dallo stress ripetuto sulla cartilagine che si trova dietro la rotula. Il movimento di spinta e ritorno del ginocchio esercita pressione sulla rotula contro il femore, che può causare dolore, infiammazione e degrado della cartilagine. Nei casi più gravi, la sindrome femoro-rotulea può limitare l’efficacia della nuotata e portare a dolori cronici.
  • Tendinopatia e sovraccarico dei legamenti collaterali: la posizione delle gambe e il movimento esplosivo durante la spinta possono generare una tensione eccessiva sui legamenti collaterali del ginocchio, che sono responsabili della stabilizzazione laterale dell’articolazione.  Questa condizione può portare a tendinopatie e a dolori articolari cronici.

 

 

 

Prevenzione e trattamento osteopatico per le patologie da sovraccarico

L’osteopatia può rappresentare un importante supporto per prevenire queste patologie legate al sovraccarico. Attraverso tecniche manuali, si andrà a mantenere una corretta mobilità delle articolazioni, ridurre le tensioni muscolari e migliorare la postura.

  • Rilascio miofasciale: tecniche di rilascio miofasciale mirate aiutano a ridurre le tensioni accumulate nelle aree soggette a sovraccarico, come il tratto cervicale e lombare, gli adduttori e i muscoli delle ginocchia. Questi trattamenti favoriscono il recupero muscolare e riducono il rischio di infiammazioni croniche.
  • Mobilizzazione articolare: l’osteopatia lavora per migliorare la mobilità delle articolazioni della colonna vertebrale, delle anche e delle ginocchia, aiutando il corpo a distribuire il carico in modo più equilibrato e riducendo la pressione su singole aree.
  • Prevenzione degli squilibri muscolari: un trattamento osteopatico regolare può aiutare a mantenere l’equilibrio tra i vari gruppi muscolari, prevenendo sovraccarichi su singoli muscoli e riducendo il rischio di infortuni legati a squilibri muscolari.

 

Attivazione muscolare e allenamento preventivo

Un programma di attivazione muscolare mirato è fondamentale per prevenire le patologie da sovraccarico:

  • Core stability: rafforzare i muscoli del core è essenziale per supportare la colonna vertebrale e ridurre il carico sulla zona lombare, specialmente durante le fasi di respirazione e verticalizzazione.
  • Mobilità dell’anca e forza degli adduttori: mantenere un’ottima mobilità delle anche e rafforzare in modo bilanciato i muscoli adduttori e abduttori previene problemi come la pubalgia e limita il rischio di conflitti articolari dell’anca.
  • Stabilità delle ginocchia: rinforzare i muscoli che circondano le ginocchia, come quadricipiti e ischiocrurali, migliora la stabilità dell’articolazione e riduce il rischio di tendinopatie e sindrome femoro-rotulea.

 

Conclusioni

Per i ranisti, il rischio di sviluppare patologie da sovraccarico è elevato, soprattutto a livello agonistico. Le problematiche che emergono a causa della ripetizione continua del movimento richiedono una gestione attenta e un approccio preventivo. L’osteopatia rappresenta una soluzione efficace per mantenere una buona mobilità e prevenire infortuni, mentre un programma di attivazione muscolare e di allenamento specifico permette di sostenere e proteggere le aree più a rischio. Con una strategia integrata di trattamento e prevenzione, i nuotatori possono migliorare le prestazioni e ridurre il rischio di sviluppare patologie croniche.

 

Autore

Simone Bressan
Osteopata e allenatore di nuoto, specializzato nel trattamento dei nuotatori. 

Osteopata e allenatore di nuoto, specializzato nel trattamento di nuotatori e pallanuotisti

Nuoto - biomeccanica - analisi -programmi d'allenamento - Osteopatia e nuoto

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